“Le abitudini sono come una fune. Ne intrecciamo un trefolo ogni giorno e ben presto non riusciamo più a spezzarla.”
(Horace Mann)
Sono nata in un paese comunista ma ho sempre desiderato vivere in un posto libero. Nel mio paese, quando vivevo a Bucarest, esistevano regole molto rigide. Ricordo ogni cosa ancora con lucidità. Sono stati anni di grande sofferenza per la maggior parte della popolazione.
Tutto era vietato e intorno a te vedevi NO dappertutto. La Romania era impoverita e la situazione politica aveva cancellato il solito sole di Bucarest, quella luce che conoscevo quando ero bambina. Perché io che l’ho conosciuta in tutte le sue sfaccettature, la mia terra aveva tutte le carte in regola in termini di ricchezza e bellezza. Noi non potevamo goderne come volevamo, ma la bellezza c’era, era stata solo oscurata.
Vivere a Bucarest tra sogno e realtà
Quegli anni di grande sofferenza durante il regime comunista di Ceausescu sono un ricordo lontano. Oggi si può percepire un grande desiderio di vivere, di cominciare da capo. Ogni volta che ritorno a Bucarest sento che la piccola Parigi ha ripreso la voglia di crescere e di accogliere tutti quelli che vogliono scoprirla nel profondo.
Forse sono di parte ma nel mio paese si vive tra la realtà e la favola. Quando sono andata via da Bucarest, e sono arrivata in Italia, il vecchio regime non c’era più. Non sono triste per questo, ho imparato ad abituarmi alla malinconia. Gli italiani mi hanno adottato e fatto vivere una seconda vita, anche se l’amore per la mia terra non è mai cambiato. Parlo di quell’amore per gli affetti di una vita, i miei legami, le mie radici, le mie tradizioni.
Il mio cuore giovane in Italia
Il primo periodo qui in Italia è stato molto difficile. Non conoscevo la lingua, non avevo amici e non avevo vicino la mia famiglia, se non mio marito e mia figlia. L’unica cosa a cui potevo aggrapparmi era lei, la mia piccola. Dovevo prendermene cura, non trasmetterle le mie paure. Non dovevo farle vedere il mio cuore fragile.
Ho imparato la lingua italiana con difficoltà, ma ci sono riuscita perché ci sono tante parole in comune con il rumeno, che hanno significati diversi ma che mi hanno agevolato nell’apprendimento.
Oltre alla lingua mi sono dovuta abituare alla cucina. Assaggiavo di tutto, ogni pietanza era sublime da chiederne sempre il bis. Oggi posso dire che vivere in Italia è stato difficile, lo ammetto. La cosa più brutta era il non poter esprimere i miei pensieri, i sentimenti che avevo dentro.
Poi ho incontrato Grazia.
Lei è stata la mia prima amica italiana e poi ne sono arrivate altre.
Grazie a loro mi sono sentita più a casa, ho ascoltato, imparato e sono cresciuta non solo per l’età anagrafica ma anche come persona. Ho frequentato diversi corsi di italiano, ho studiato sempre e mi sono iscritta all’università di Verona nella facoltà di Marketing e Comunicazione d’impresa.
Grazie a queste conoscenze ho scoperto la bellezza di vivere in Italia. I paesaggi bellissimi da visitare, la gente accogliente, gentile e pronta ad aiutarti giorno e notte quando avevo bisogno. Non dimenticherò mai le persone che ho conosciuto in quegli anni. Grazia è ancora la mia migliore amica e anche se non ci vediamo spesso, sarà sempre la sorella che non ho mai avuto.
Perché vi racconto tutto questo? Perché lasciando il mio paese mi sono messa alla prova. Ho scavato dentro due culture diverse, ho cancellato ogni pregiudizio e fatto un grande lavoro su me stessa. E ora che scrivo, mentre ripenso a quel inizio di tanti anni fa, mi rendo conto che ieri e oggi il mio sarà sempre un cuore tra due paesi, tra Romania e Italia.
Anna Rita
Sei una persona speciale e volerti bene è facile.
Anche se vi vedo poco siete nel mio cuore e la mia piccola è adorabile!
Un abbraccio
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